L’intento dell’articolo è quello di evidenziare gli effetti dell’autocensura del traduttore sulla lettura di un romanzo italiano contemporaneo, la cui versione in romeno è stata epurata dai termini licenziosi. Valutando come irrelevante la questione riguardante la motivazione del traduttore, lo scopo è quello di elencare e analizzare le notevoli differenze esistenti tra il testo originale e la sua versione in romeno, per rilevare e, di conseguenza, in un certo senso, annullare gli effetti di tale censura, rendendo giustizia alla scrittrice e alla sua opera.